Cast your eye tears on to me
And I'll show you what you really need
Give too much attention
And I will flex your imperfections
Can't you see it's over
Because you're the god of a shrinking universe
Purposeless survival
Now there's nothing left to die for
So don't struggle to recognize now
The cruelly heart-felt suicide
Can't you see it's over
Because you're the god of a shrinking universe
Can't you see it's over
Because you're the god of a shrinking universe
The Muse
.
E’ quasi notte. Quanta strada abbiamo fatto?
Le ore rotolano via, come le ruote che mi portano lontano.
Mi stai già cercando, lo so. Forse mi stai già odiando.
Il dolore mi spezza il respiro, ho un coltello piantato nelle costole.
Perdonami.
Credi nel mio amore e perdonami.
Il Signore, così gli si rivolgevano tutti, sembrava aver accettato almeno di prendere in considerazione la mia proposta.
Incredibilmente ero stata ascoltata ma, cosa molto più importante, avevo ottenuto -o almeno così pareva- ciò che Alice ed io avevamo sperato sopra ogni altra cosa: i Volturi si stavano allontanando velocemente dalla riserva e da Forks. E, come era previsto nel patto che avevo stretto con Aro, mi portavano con loro.
Avevo viaggiato sulla stessa auto sulla quale viaggiava lui; mi ci avevano caricata tremante e mezza svenuta ed era stata Renata, la sua silenziosa guardia del corpo, a farmi accomodare sul sedile posteriore. Aveva preso posto accanto a me e di tanto in tanto mi chiedeva con tono gentile e sollecito se avessi bisogno di qualcosa. Credo avesse ricevuto ordini precisi in merito.
Avevo chiuso gli occhi.
Cercavo di allontanarmi come potevo dall’incubo; avrei pagato oro perché il sonno mi desse tregua, ma non ottenevo niente più di uno stato di torpore che mi istupidiva senza darmi realmente sollievo.
Aro, seduto a fianco del suo autista, di tanto in tanto si voltava a guardarmi. Non riuscivo a cogliere il significato della sua espressione; di nuovo il suo sguardo mi sembrava nascosto dietro ai millenni, e le emozioni che vi si celavano mi erano del tutto incomprensibili.
Passarono così alcune ore, poi l’autista -che non conoscevo- mormorò qualcosa al suo padrone. Pochi minuti dopo le auto lasciavano la strada principale per seguire una diramazione indicata da un vecchio cartello di legno; ci fermammo dove terminava il tratto percorribile in auto e iniziava la foresta più fitta.