Disclaimer

In questo blog pubblico le storie che ho scritto io ispirandomi ai libri della saga di Twilight di Stephenie Meyer. Quindi tutti i personaggi sono di zia Steph, che ringrazio per avermi fatta sognare come se avessi ancora quindici anni. Ogni tanto prendo anche dagli omonimi film della Summit Entertainment, secondo quello che mi serve ai fini della storia. Idem per certe battute dei protagonisti. Se le trovate uguali, è ovvio che le ho prese dai libri o dal film! Quindi tutti i diritti spettano ai legittimi proprietari del copyright. Le storie invece sono mie, ma potete riprodurle se citate la fonte, che deve essere questo blog oppure il sito EFP dove le pubblico con il nickname jakefan. Fatevi un giro su EFP, è davvero simpatico.

venerdì 29 aprile 2011

25. Voci - Parte II

-Quando è mutata la pelle non possiamo rientrarci di nuovo. E' la Legge- disse Kaa.
-Ascoltami, mio prediletto- disse Baloo -Qui non c'è né parola né volontà che possa trattenerti.
Chi può chieder conto al Signore della Giungla? Chi può chiedere conto all'Uomo di quel che fa?-

-Tutti i debiti sono pagati, adesso. In quanto al resto, la mia parola è quella di Baloo.
Ricordati che Bagheera ti ha amato- esclamò e balzò via.
Ai piedi della collina gridò ancora forte e a lungo.
-Buona caccia sulla nuova traccia, Signore della Giungla.
Ricordati che Bagheera ti ha voluto bene.-

Rudyard Kipling, "Il Secondo Libro della Jungla"
La Corsa di Primavera



"Sei tornato". 
Mentre i battiti del cuore rallentano come la marea che rifluisce, la mia consapevolezza risorge dalla morbida oscurità del desiderio placato; nel buio mi abbraccia senza rispondermi, ed io comprendo tutto.
Apro gli occhi sul volto bellissimo che ero certa di non rivedere mai più e lo scopro smarrito e spento, come se il tempo fosse passato invano; come se l'amore che provo non fosse niente e ciò che abbiamo sofferto entrambi fosse solo acqua che scorre. 
Non posso permetterlo, perché l'unico senso che avevo trovato per ogni cosa era la sua felicità.
Preferirei vederlo sprezzante, subire la sua faccia da schiaffi, la sua indifferenza o la sua rabbia, piuttosto che averlo tra le braccia come ora e fare i conti col dolore che annebbia i suoi occhi: un gigante con i piedi d'argilla, una roccia frantumata da un terremoto, una fiera intossicata da un boccone avvelenato. Non è questo il ragazzo luminoso

giovedì 28 aprile 2011

Mani

Una giornata dura, lunghissima, da dimenticare. Una giornata finita, quasi svanita sotto la doccia calda che ha lavato via polvere e sudore ma non potrà mai cancellare certe impronte, certi segni, certe cicatrici che bruciano come veleno. La carezza calda dell'acqua scende sulla schiena e scioglie i muscoli. Se esistesse qualcosa di simile per il dolore. Per la disperazione.
Starei qui per sempre, ma sempre è un tempo troppo lungo, un vuoto enorme che fa paura perfino quando guardo l'orologio e mi accorgo che sono sotto l'acqua solo da quindici minuti. Va bene, usciamo.
Avvolta nel grande asciugamano di spugna, mi pettino districando i capelli a fatica. Perché non riesco a separare la vista di me dagli occhi di lui? Perché penso che lo specchio sia vuoto, se non sono gli occhi di lui a guardarmi? L'assenza me lo riporta ad ondate, me lo fa sentire ancora più fortemente. Spengo la luce, come se il buio potesse in qualche modo confortarmi.
Mi butto sul letto, l'asciugamano si scioglie, come i capelli umidi sparsi sulle coperte. Una volta avrei ucciso chi mi avesse inumidito il letto, ma il dolore degli ultimi tempi ha alzato la mia soglia di sopportazione, assurdamente. In tutto. Sono stata fatta a pezzi, a mente fredda e senza anestesia, il resto non mi fa più nulla.

domenica 24 aprile 2011

24. Voci

-Non riesce a svegliarsi?
-A quanto pare preferisce dormire ma va tutto bene, è una reazione allo shock. Probabilmente era anche molto stanca, quindi il suo corpo ne sta approfittando. Appena riprende conoscenza datele una di queste, poi una ogni dodici ore per otto giorni.
-E il bambino? Bella sta allattando.
-A questi dosaggi, non c'è nessun problema.
Le voci. Una voce di donna, poi mio padre, poi una voce musicale e nitida come le campane del mattino.
Qualcosa di freddo sul polso, sulla fronte.
Non mi era sconosciuto, era qualcosa che era già accaduto, ma una nebbia pesante e grigia avvolgeva la mia memoria.
Ero così stanca, così stanca.
Giacevo sul fondo di un lago grigio, e l'acqua era pesante e non potevo riemergere. Ma era così... calmo, e tranquillo. Potevo dormire.
Non muoverti.

martedì 19 aprile 2011

23. Extra: Jacob

Sono un coglione.
Saranno due ore che sto qui seduto con la testa tra le mani a rifletterci su e non c'è un cazzo da fare, sempre lì arriviamo.
Sono un coglione.
Un coglione su tutti i fronti. Come si dice? Un coglione multitask, che fa più figo. Un coglione a tante facce: poliedrico. Uh, come sono colto. Lato A, sono un coglione. Lato B, coglione di nuovo. Clap clap clap, applauso. Il poli-coglione.
L'ho portata da Sam e il Dottor Canino l'ha ricucita per bene: un ricamino da venti punti sulla schiena.
Ho ancora le mani rosse. Il suo sangue.

giovedì 14 aprile 2011

22. Acqua, Vento e Fuoco

Bella,
questi sono i documenti per il divorzio. Non devi preoccuparti di nient'altro, ha pensato a tutto Scott. Basta che tu firmi dove lui ha indicato e mi restituisca una delle due copie, anche per posta.
Non saremmo mai dovuti arrivare a questo. Sono profondamente addolorato per quanto è accaduto e me ne sento responsabile in egual misura con te, e forse di più. Perché sono andato molto vicino a capire, ma non ho mai voluto vedere.
Ho sempre desiderato solo la tua felicità, e non riesco a perdonarmi di essermi tanto sbagliato. E no, non è colpa tua, Bella. Sono stato io a chiedere troppo alla sorte, a non rassegnarmi al destino di quelli della mia specie.
Al di là del contenuto di questi moduli, della legge dello stato di Washington e di qualsiasi legge umana, io ho fatto un giuramento eterno ed intendo rispettarlo. Ti amerò e ti onorerò con tutto me stesso, per la gioia che mi hai dato nel tempo che abbiamo passato insieme, con tutto il mio cuore, finché resterò in vita.
Se è vero, come tu hai sempre creduto, che ho un'anima immortale, continuerò ad amarti anche dopo.
Tuo per sempre
Edward

Il biglietto, scritto a mano, era stato allegato ai moduli sui quali spiccava in più punti la firma elegante del mio ex marito; lo avevo letto col cuore che batteva forte, appena aperta la grossa busta che Jacob mi aveva portato.
Non ero troppo stupita; era plausibile che il suo amore per me avrebbe superato il dolore, la rabbia, la voglia di vendetta.
Edward non era un angelo, anche se io per molto tempo avevo avuto la tendenza a vederlo perfetto; sapevo che era in grado di odiare e di uccidere, e lo aveva fatto.

lunedì 4 aprile 2011

21. Unspoken

Aggiungi didascalia

Una dolce mattina di sole della prima settimana di giugno, Emily avvertì qualche dolore al basso ventre e Sam la accompagnò all'ospedale di Forks per un controllo. Circa un'ora e mezza dopo, la piccola Kiowa lanciava il suo primo urlo di trionfo, e sua madre, stringendola al seno per la prima poppata, la ammirava, stupita di quanto fosse stato rapido ed indolore il suo arrivo.
Posso dire senza essere tacciata di scarsa obiettività che Kiowa non era bella come Elias, che essendo nato con parto cesareo non aveva subito lo stress delle contrazioni e del passaggio dalla via più classica. Kay era rossa, rugosa e senza capelli, praticamente un grazioso scimmiotto, come la maggioranza dei neonati. Questo ovviamente non significava nulla, i bambini cambiano moltissimo nelle prime settimane dopo il parto; quello che è certo, è che aveva i bellissimi occhi di sua madre.
Mi sorpresi a fantasticare su un possibile futuro suo e di Elias. Visto che non avevo alcuna intenzione di andarmene da La Push, a meno che qualcuno non mi avesse cacciata, molto probabilmente i due sarebbero cresciuti insieme. Avrebbero giocato, corso sulla spiaggia, frequentato, perché no, la scuola della riserva insieme. E poi, chissà...
Mi riscossi dai miei sogni ad occhi aperti, perché Emily mi chiamava. Avevo lasciato Elias a Jacob