Disclaimer

In questo blog pubblico le storie che ho scritto io ispirandomi ai libri della saga di Twilight di Stephenie Meyer. Quindi tutti i personaggi sono di zia Steph, che ringrazio per avermi fatta sognare come se avessi ancora quindici anni. Ogni tanto prendo anche dagli omonimi film della Summit Entertainment, secondo quello che mi serve ai fini della storia. Idem per certe battute dei protagonisti. Se le trovate uguali, è ovvio che le ho prese dai libri o dal film! Quindi tutti i diritti spettano ai legittimi proprietari del copyright. Le storie invece sono mie, ma potete riprodurle se citate la fonte, che deve essere questo blog oppure il sito EFP dove le pubblico con il nickname jakefan. Fatevi un giro su EFP, è davvero simpatico.

lunedì 21 novembre 2011

34. Ecco, il mio diletto

La copertina di questa settimana è di Lea_91
Mettimi come sigillo sul tuo cuore,
come sigillo al tuo braccio;
perché questo amore è forte come la morte,
una fiamma del Signore.
(Cantico dei Cantici, 8, ver. 6)



-Fermati, Jake! Aspetta, mi sto ammazzando!
Il mio compagno pareva essersi scordato che le sue gambe erano di almeno una spanna -sua- più lunghe delle mie; camminava a passo di marcia e mi trascinava dietro di sé tenendomi per mano, la camicia spiegazzata abbottonata solo a metà, i capelli arruffati e un sorriso luminoso e persistente stampato sul viso. E io, che già avevo difficoltà di deambulazione quando mi concentravo, rischiavo di farmi davvero male perché non riuscivo a togliere gli occhi da lui.
E meno male che nessuno poteva leggere nella mia mente e prendermi in giro.
Era davvero così, Jacob? Lo era solo per me? Lo era sempre stato? Di sicuro erano nuovi gli occhi con cui lo guardavo, finalmente in grado di vedere quanto fosse... ecco, semplicemente stupendo -e arrossivo, anche se nessuno poteva leggere la mia mente- stupendo dentro e fuori e assolutamente perfetto per me.
La sua gioia era lampante, travolgente; mi avvolse ancora una volta, come succedeva sempre, e fece sentire perfetta anche me, come ogni giorno da quando stavamo davvero insieme.
-Non vuoi che lo diciamo subito ai vecchi?
Si fermò e con un bacio mi impedì di rispondere, poi mi prese in braccio e ricominciò a marciare come un marine in direzione della Golf parcheggiata poco lontano.
-Mh, sì. Ma prima è meglio se… Jake, fermati un attimo. C’è una cosa che ti devo spiegare meglio e devo farlo prima che lo diciamo a Billy e Charlie.

venerdì 18 novembre 2011

33. Sette soli

La copertina di questa settimana è di Aniasolary
Non riuscivo a smettere di rimuginarci su.
C’era sicuramente qualcosa che accomunava le tre visite che avevano impegnato Elias e me per tutta la mattina, e non si trattava di qualcosa di positivo.
Ero stata da Billy che non vedeva suo nipote da qualche giorno ed era in crisi d’astinenza; poi all’ambulatorio pediatrico dell’ospedale di Forks dove, per pura combinazione, era stata Sue Clearwater a vaccinare mio figlio; finito il giro delle commissioni, ora finalmente mi trovavo a casa di Emily. Io e la mia amica, sedute per terra, chiacchieravamo osservando Elias e Kay distesi vicini in una palestrina da bebè. Osservavano interessati gli aggeggi colorati e luccicanti che penzolavano sopra i loro nasini.
Era veramente strano e doloroso, per me, stare con Emily in quel modo.
I nostri occhi si evitavano, i nostri discorsi vagavano su argomenti a caso suggeriti non dal cuore ma da ciò che gli sguardi incontravano casualmente. Io ero in imbarazzo, Emily lo sapeva, io sapevo che lei sapeva e via così in un circolo vizioso che gelava l’atmosfera fra noi. Tutte e due sapevamo tutto e né lei né io eravamo in grado di spezzare quello che sembrava un sortilegio. Non ci era mai capitato di stare così male insieme.
-…questa per esempio gliel’ha comperata mia suocera e Ka…
-Emily.
-...e Kay ne va matta, ci sta delle ore a fissare sem…
-Em. Per favore!
Non riuscivo più a stare ferma; mi alzai e mi diressi alla finestra.

martedì 15 novembre 2011

32. Tango

La copertina è stata creata da Roberta 87, autrice su EFP


Come arance rosse assaporo i giorni
Ora che ho incontrato te
Dolce e profumata ora è la mia vita
E per questo grazie
A te
Ora cammino tra le rose
E quando è sera accanto a te riposo
Non è mai tempo di versi tristi
E non verrà la stagione delle piogge.

E non verrà la morte triste
Alla nostra porta a cantare le sue canzoni.




Il cielo era ancora chiaro quando, al fondo del sentiero, la vegetazione umida di pioggia cominciò a diradarsi; dove i tronchi dei pini cessavano apparvero le vetrate di casa Cullen, rosate dalla luce del tramonto.
Vidi la casa apparire e non provai nostalgia né dolore; la guardai serenamente e la trovai bella come una dimora di fate in mezzo al nulla, carica di ricordi resi sempre più pallidi da un presente i cui colori dominanti erano quelli del fuoco.

Mi ero svegliata prima di Jacob, quella mattina.
Dalla finestra della mia vecchia camera, nella casa di mio padre, non si vede il sorgere del sole; l’Est resta nascosto in parte dalle altre case, in parte dalla foresta molto vicina e, oltre la foresta, dalle montagne.
Seduta sul davanzale della finestra, avevo guardato per un po’ il cielo cambiare lentamente colore; la stella del mattino era ancora visibile ma sarebbe presto scomparsa, inghiottita dal sole.
Avevo giocato ad indovinare la luce rosata dell’alba sulla linea dell’orizzonte. Avevo chiuso gli occhi solo un attimo per immaginare il mare ancora blu notte e un sole alzarsi su quel mare, incendiandolo; quando li avevo aperti la luce era già sufficiente. Calda abbastanza da accarezzare la pelle scura di Jake tra le lenzuola bianche del nostro letto sfatto.


Ora cammino tra le rose.

sabato 12 novembre 2011

31. And I bet and you exploded in my Heart

Laying everybody low with a love song that he made.
Finds a streetlight, steps out of the shade
Says something like, “You and me babe, how about it?”
Juliet says, “Hey, it’s Romeo, you nearly gave me a heart attack!”
He’s underneath the window, she’s singing, “Hey la, my boyfriend’s back.
You shouldn’t come around here singing up to people like that…
Anyway, what you gonna do about it?”
Juliet, the dice were loaded from the start
And I bet and you exploded in my heart
And I forget I forget the movie song.
When you gonna realize it was just that the time was wrong, Juliet?


La luce della lampada da notte è un globo pallido luminescente; splende su velluto scuro, la penombra della cameretta al primo piano. Nella morbida luminosità, due ragazzi innamorati cessano di baciarsi e si guardano negli occhi. Romeo ha le sembianze di un dio precolombiano e un corpo forte di rame satinato; Juliet dalla pelle bianca è piccola, deve sollevare la testa per guardare il viso di lui, ma i suoi occhi brillano benché così scuri. Brillano così forte da sembrare chiari.Solleva una mano e gli accarezza il petto, poi ricorda che gli deve dire qualcosa; sorride, lo prende per mano, lo fa sedere sul letto. Si siede accanto a lui e abbassa gli occhi per non guardarlo.
-Non ti fa ridere che siamo ancora qui?
Il ragazzo sente il cuore scoppiare d'amore, ed è strano perché ride ma non ha voglia di ridere; è strano come tutto sia una cosa molto seria e allo stesso tempo leggera come c
erte nuvole estive. Come era leggero lui quando si è arrampicato fino alla sua finestra; è proprio questo l'effetto che lei gli fa, sentirsi così leggero che ha la sensazione di prendere il volo e dimenticare tutto quello che c'è di storto nella sua vita, un secolo di dolore, sua madre e perfino certe faccende da lupi.

mercoledì 9 novembre 2011

30. Juliet, the dice were loaded from the start

Capita, a volte, che la vita assomigli ad un gioco da tavolo. Uno di quei giochi di società in cui tiri il dado, conti i passi e la sorte decide che devi immediatamente tornare al via e ricominciare tutto da lì. Quasi da zero?
Ecco, io mi sentivo più o meno così. A casa di Charlie. Ritornata al Via.
Ed era una sensazione bellissima.

-Bella? Ci sei, Bells? Il ragazzo, qui, ha fame. Penso.

Fu decisamente impegnativo riemergere dalla nebbia; il sonno era ancora un problema per me, l'Oscuro Oggetto del Desiderio, un bene di prima necessità sempre scarso da accaparrarsi in qualsiasi modo, le rare volte che era disponibile. E il divano di Charlie era stato una tentazione più irresistibile della mela nel Paradiso Terrestre, tanto più che mio padre era decisamente bravo con Elias ed io mi fidavo di lui come di me stessa -forse anche di più- o di Jacob.
Charlie c'era sempre stato, per me, e non solo al tempo dei pannolini; era sempre stato lì, inamovibile come una roccia, con lo stesso inalterabile calore anche quando avrebbe potuto legittimamente prendermi a schiaffi e rinfacciarmi tutti i miei errori. Incredibilmente, non mi aveva mai indirizzato le parole "Io te l'avevo detto" nella stessa frase con "Edward" e "Jacob"; forse aveva deciso di non infierire, visto che aveva stravinto sul campo.