Prologo
Venivano proprio da lei e, appena la distanza le permise di notare i particolari, Didi realizzò che tutti, per quel che poteva vedere, portavano sul braccio destro lo stesso disegno complesso che spiccava sul braccio di Jacob. La testa di lupo.
Lo sguardo le cadde sul tavolo dove, una manciata di ore prima, credeva di avere organizzato la sua vita con poche tracce nere su un foglio bianco. Raccolse il foglio e lo fece a pezzi, assieme ai suoi sogni, mentre i passi dei tre visitatori risuonavano ormai sul tavolato del patio di casa sua, davanti alla porta.
Giusto un brevissimo attimo prima che i tre ragazzi suonassero alla porta, un rumore alle sue spalle avvertì Didi che Jacob si era alzato e stava scendendo gli scalini, gli occhi già oltre lei, alla porta, a quelli che stavano arrivando.
Entrarono, si videro, si ritrovarono subito. I due ragazzi si aggrapparono alle braccia di Jacob, la ragazza al suo collo, e rimasero fermi e senza parlare fino a quando Jacob si voltò verso Diane silenziosa, in disparte, timorosa di rovinare quell'attimo.
-Didi, questa è Leah. Loro sono Seth e Embry. I miei fratelli.
Atto primo - Diane
Comprendo che non sono nati tutti da una stessa madre, o da uno stesso padre, ma forse questo li rende ancora più fratelli. Posso avvertire il legame tra di loro, è qualcosa di forte, tanto che aleggia nell'aria e sembra un fatto di sopravvivenza. Mi chiedo perché non me ne abbia mai parlato, Jake, mi dico che forse sono io che non ho mai capito certi suoi silenzi. Ma ho fatto tutto quel che potevo, ne sono certa. Mi rendo conto che se avesse voluto il mio sangue, gli avrei dato anche quello, anche se, adesso lo so, non sarebbe servito a niente. Penso tutto questo in una frazione di secondo, mentre assimilo la scena davanti ai miei occhi, registro i visi e le voci, soprattutto il suo, che si è illuminato, e comprendo che tutto quello che già sapevo sta succedendo adesso, sotto ai miei occhi. Nonostante tutto faccio quello che devo fare.
-Ragazzi... Vi fermate a cena, vero? L'ora è quella giusta. E' più bello parlare seduti davanti a qualcosa di buono, no?
I due ragazzi sono entusiasti, Leah pare indifferente, non si allontana mai troppo da Jacob. Capisco che le è mancato molto, forse tra loro c'è un legame particolare.
In un attimo apparecchio, ho una pentola con dello spezzatino già pronto che doveva bastare almeno per un altro giorno, ma non importa. Bear e i bambini hanno già mangiato, mentre io mi occupavo di Jacob.
I miei ospiti apprezzano la cucina, parlano del più e del meno, intuisco che non dicono niente di veramente importante a causa della mia presenza. Ma vogliono sapere, è quello chiamato Embry che parla per primo, chiede a Jake cosa è successo con quel maledetto che lo ha ferito oggi, e gli altri lo fulminano con lo sguardo. Jacob interviene, e voltandosi mi fa un sorriso triste. Dice "Davanti a Diane si può parlare". Non mi sta rinnegando, non si vergogna di me. E' la prima cosa dolce di questa giornata amara e straordinaria.
-Siete voi che dovete spiegarmi. Non è un caso che siate qui dopo Edward Cullen. Come mi avete trovato?
-Ti cercavamo da un po', lo sai? Sam ha scatenato quasi tutto il branco per te, a rischio di lasciare la riserva indifesa. Paul e Collin marcavano stretti i Cullen, e quando il rosso è partito lo abbiamo seguito.
-Perché proprio adesso? Che cazzo sta succedendo?
-Jacob, cosa ti ha detto Edward?
-Lo avete sentito, no?
-Non tutto. Quando hai capito che stavamo ascoltando ti sei trasformato.
-Una marea di cazzate, Leah. Non è importante
-Insisto. Dimmi cosa ti ha detto.
Si volta verso di me, i miei occhi incontrano i suoi. Sono io il problema, non vorrebbe che io sentissi niente. Jacob è tenero e consapevole e si sta preoccupando per me, questo mi è chiaro anche se non ho ben capito il resto. Arrivo molto vicina a piangere di nuovo. Gli sorrido anche se sento di avere gli occhi lucidi, e so che mi ha capita anche se non ha detto niente.
-Te lo ha detto perché è venuto, Jake?
-Perché... Perché lei è preoccupata per me. Voleva sapere se... stavo bene.
-Che altro?
-Che hanno avuto un figlio. Che sa perché sono fuggito. Che mi perdona perché vede che... che sono felice.
Questo l'ha detto per me, ma la menzogna vibra nelle sue parole. C'era disprezzo nella voce del ragazzo coi capelli rossi, disprezzo per noi due. E la parola "felice" pronunciata con quella voce mi strazia, mi getta in faccia mesi e mesi passati in un'illusione. La pena di Jacob è evidente, il suo dolore ormai mi piega in due, è stato anche mio per ore. Mi alzo e comincio a sistemare la cucina, ho bisogno di muovere le mani, di fare qualcosa. Sono certa che nessun altro, a parte lui, si accorge dell'inferno che brucia nella stanza. Mi rendo conto che sono stata come un centenario che spera di vivere almeno un altro giorno, anche sapendo che i prossimi minuti potrebbero essere gli ultimi.
-Noi lo sappiamo cosa hai combinato, Jake. Beh, lo sanno tutti, adesso.
-Embry, cazzo vuoi dire?
-Non te l'ha raccontata tutta. Il succhiasangue ti ha preso in giro.
-Si, sembrava divertito, in effetti.
-Non hai afferrato, Jake.
-Piantala, Seth. Smettetela tutti e due di girarci intorno. Ascoltami bene, Jacob.
Il più giovane, Seth, tace sbuffando, mentre sua sorella prende la parola. Leah si alza in piedi, passeggia nervosamente. Penso che mi piace questa ragazza dura e sensibile, credo che siamo molto simili. E mi piace perché vuole bene a Jacob. Si volta verso di lui, è a disagio, io istintivamente sento che sta per arrivare qualcosa di grosso. Qualcosa che, ne sono certa, mi farà male. Jacob è confuso e io sento la sua tensione esattamente come prima sentivo il suo dolore. Prego che Leah faccia in fretta a dire quello che deve dire, per motivi diversi siamo tutti allo stremo.
-Jacob, Edward ti ha preso per il culo.
-...?
-Bella è a La Push.
Jacob trema.
-...ed è vero che hanno avuto un figlio. Cioè. Bella ha avuto un figlio...
Jacob pianta gli occhi sbarrati nel viso di Leah.
-... identico a te, Jacob. Identico.
Jacob impallidisce.
-Bella aveva paura, è scappata, è venuta a La Push con suo figlio. Con vostro figlio, Jake.
Jacob scatta in piedi, afferra Leah per le spalle. Lei resta un attimo immobile, poi gli posa le mani sulle braccia. Gli occhi di Jacob si fanno allucinati, sembra che voglia parlare senza riuscirci. Non si è più voltato verso di me, che ormai sono lì solo col corpo. Ho raggiunto il mio limite, ora vorrei solo scappare. Anche Seth e Embry si sono alzati, si avvicinano agli altri due, nessuno parla. Sono chiusi in un cerchio di luce che li isola dal mondo, sono già tornati alla loro terra, alle loro case. Jacob ha un figlio, non c'è altro da dire. E se anche ci fosse non lo direi di certo io, che sto crescendo due figli senza padre. Io ormai sono solo un fantasma, e come un fantasma scivolo via nel buio dimenticata da tutti. Voglio stare sola, ne ho bisogno più dell'aria, ma non me la sento di tornare in camera mia. Infilo una giacca e corro fuori, sperando che il buio e il silenzio mi siano amici, come è sempre stato. Spero di tramontare anch'io, così come è appena tramontato il sole.
Ultimo atto - Jacob
Talk to me softly
There’s something in your eyes
Don’t hang your head in sorrow
And please don’t cry
I know how you feel inside
I’ve been there before
Somethin’s changin’ inside you
And don’t you know
There’s something in your eyes
Don’t hang your head in sorrow
And please don’t cry
I know how you feel inside
I’ve been there before
Somethin’s changin’ inside you
And don’t you know
So dove stai andando, Didi, e lo saprei anche senza che il lupo mi indicasse chiaramente il tuo odore e il rumore dei tuoi passi. So anche che vuoi stare da sola. So per certo quanto stai male, come se fossi te, sotto la tua pelle.. Perché ci sono passato anch'io. Perché sento l'odore del tuo dolore. Perché la sanguisuga, oggi, mi ha buttato in faccia anche quello che non volevo sapere. Ti seguo su per la collina, stai andando dove è cominciato tutto. I tuoi passi sono lenti, stai facendo fatica, ma se mi avvicino ora e ti prendo in braccio mi mandi via.
Ti seguo silenzioso, so muovermi nella notte. Tu ti siedi ed io aspetto il momento buono per raggiungerti, chissà se lo immagini, che sono dietro di te. Quando cominci a piangere non resisto più, mi avvicino e vorrei abbracciarti da dietro, come ho fatto quella notte, avvolgerti con le braccia e con le gambe e tenere insieme i tuoi pezzi ed i miei. Tu non me lo lasci fare. "Non toccarmi, Jacob"
Mi siedo accanto a te e insieme guardiamo nel buio, mentre posso solo sentire il tuo odore, e so che tu avverti il calore della mia pelle anche senza che ci tocchiamo.
Don’t you cry tonight
I still love you baby
Don’t you cry tonight
Don’t you cry tonight
There’s a heaven above you baby
And don’t you cry tonight
I still love you baby
Don’t you cry tonight
Don’t you cry tonight
There’s a heaven above you baby
And don’t you cry tonight
Sei tu che parli per prima. "Te ne vai, giusto?" Ti chiedo che altro posso fare. Tu annuisci, ti soffi il naso, sono certo che le domande non sono finite, perché tu sei quella che va sempre fino in fondo. Quella che non si racconta palle, o lo fa e poi si prende a schiaffi. Devo andare, che altro posso fare? Vorrei chiederti di non rendere tutto più difficile. "Spiegami bene, Jacob"
Ti chiuderei la bocca con la mia, non so che cazzo dirti, Didi
Ti devo dire che come l'ho visto tutto è ritornato, lei è ritornata. Che quando mi ha detto che avevano un figlio mi è venuto da vomitare. Che quando lui mi ha detto che era preoccupata per me mi è venuto da vomitare. Che quando lui ha sputtanato quella notte come una scopata qualsiasi mi è venuto da vomitare, ancora. Che quando mi ha detto che moriresti per me mi sono sentito morire io. Che quando mi ha detto che glielo avrebbe riferito e lei sarebbe stata felice, volevo ammazzarlo e ammazzare me stesso. Il bastardo sapeva come farmi uscire di testa.
Ti dovrei dire che il mondo è impazzito quando mi hanno detto che lei è viva. Che ha un figlio. Che è mio figlio. Non riesco a crederlo, devo vederlo. Non può essere vero.
Ma se è vero, Didi, che altro potrei fare? Tu Sam non lo conosci, ma è stato grande, anche stavolta. Ha mandato a cercarmi i miei fratelli senza padre. Non ho scelta, se ho un figlio devo andare da lui.
Devo andare a vedere quanto la odio per quello che mi ha fatto, e per quello che sto facendo a te adesso. Non riesco a dirti niente, non riesco a toccarti. E ho già pianto troppo oggi per riuscire a piangere ancora. Resto qui nel buio senza riuscire a parlare.
Give me a whisper
And give me a sigh
Give me a kiss before you
Tell me goodbye
Don’t you take it so hard now
And please don’t take it so bad
I’ll still be thinkin’ of you
And the time we had, baby
And don’t you cry tonight
Don’t you cry tonight
Don’t you cry tonight
There’s a heaven above you baby
And don’t you cry tonight
And give me a sigh
Give me a kiss before you
Tell me goodbye
Don’t you take it so hard now
And please don’t take it so bad
I’ll still be thinkin’ of you
And the time we had, baby
And don’t you cry tonight
Don’t you cry tonight
Don’t you cry tonight
There’s a heaven above you baby
And don’t you cry tonight
E come al solito sei tu che capisci e che mi tiri fuori dai guai.
"Non rimpiango niente, Jake. Niente. E'... più dura di quello che pensavo, ecco. Ma ce la faccio. Io ce la faccio sempre. Anche perché devo, giusto?" Sorridi, la faccia stravolta di pianto ma sorridi.
Taccio, ancora. Non c'è niente che mi sembra giusto dire, non sono mai stato bravo con le parole. Stasera ho troppa paura di dire le cose sbagliate.
Quanto mi piaceva farti ridere, Didi, mi hai fatto sentire di nuovo vivo. Quanto mi è piaciuto portarti dei pesi, mettere a posto la tua casa e la tua vita. Sentirmi importante, essere il tuo sole. Quanto mi è piaciuto farti urlare, ormai so come farlo, so come devo toccarti e quando non devo fermarmi. Anche adesso mi basta pensare a quello che ti faccio, e sento che sono pronto per farlo qui, spogliandoti in fretta, sulla terra dura e fredda. Mi sono sentito grande, con te, mi sono sentito il più forte. Mi sono sentito anche libero di vomitare la mia rabbia, perché tanto mi avresti voluto sempre.
Non le hai mai dette, quelle due parole, ma l'ho sempre saputo, e dopo oggi non posso neanche fare lo scemo che non capisce. Vorrei dirtele io, ma mi si strozzerebbero in gola.
Non sai quanto vorrei che fosse abbastanza. Stavolta sono io quello che se ne deve andare. Morirei per farti capire che non è colpa tua, è solo che in questo mondo non si torna indietro, e in questo mondo io sono sputtanato, c'è qualcosa che mi chiama indietro, e non so neanche dove sto andando.
And please remember that I never lied
And please remember
how I felt inside now honey
You gotta make it your own way
But you’ll be alright now sugar
You’ll feel better tomorrow
Come the morning light now baby
And please remember
how I felt inside now honey
You gotta make it your own way
But you’ll be alright now sugar
You’ll feel better tomorrow
Come the morning light now baby
Vorrei che tu entrassi dentro di me per sentire il mio dolore, piccola. Vorrei che tu sapessi quanto è vero, e forte, così sapresti che non ho mai mentito. Ma tu lo sai, vero? Tu mi hai capito fin dal primo momento, da quando sono arrivato con niente in tasca e i miei sbagli sulle spalle.
Allungo una mano e poi la tiro indietro, ho ancora paura che l'allontaneresti con uno schiaffo. Ci capiamo senza parlare, tu ed io. Niente palle, niente cazzate rosa e bianche tra di noi. Solo fiori di campo posati a caso su un cuscino. Solo piccole cose dimenticate che ti ho fatto trovare come nuove, aggiustate. Solo amore travestito da sesso, senza parole, crudo e essenziale.
Ce la farai, piccola, non lo dico per non mandare tutto a puttane, ma io so chi sei, ormai.
Sei quella che mi ha costretto, quella volta, a chiamare mio padre per dire che ero vivo, e dopo si è sorbita il mio odio e la mia incazzatura.
Sei quella che ha sempre saputo che sarei andato via e mi ha trattato come se avessi dovuto restare per sempre.
Troverai il tuo modo di andare avanti. Almeno spero. Devo pensare così per riuscire ad andare via.
Ti alzi, te ne vuoi andare. Cerco di aiutarti, mi ripeti di non toccarti. Scendiamo verso la casa, ti accompagno sulla porta, i miei fratelli si sono già sistemati nella rimessa.
Come un idiota penso che vorrei entrare con te, ma mi allunghi una carezza e mi chiudi la porta in faccia. Sento che chiudi a chiave, a doppia mandata. Non l'hai mai fatto, sapevi che c'ero io a vegliare su di voi. Rimango ad ascoltarti salire le scale. Mi sposto sull'altro lato, sotto la tua finestra. Ti sento far scorrere l'acqua della doccia, ti sento che ci entri. Ti sento piangere, più forte, singhiozzare.
And don’t you cry tonight
And don’t you cry tonight
And don’t you cry tonight
There’s a heaven above you baby
And don’t you cry
Don’t you ever cry
Don’t you cry tonight
And don’t you cry tonight
And don’t you cry tonight
There’s a heaven above you baby
And don’t you cry
Don’t you ever cry
Don’t you cry tonight
Ti guardo dall'ombra uscire dal tuo bagno, sederti al tavolino, pettinarti i capelli facendoti anche male. Posi la testa sul tavolo e ricominci a piangere. Sono capace di essere silenzioso, perciò mi senti solo quando poso le mani sulle tue spalle nude e comincio a massaggiarti, come ho fatto tante volte, per farti passare il dolore e la fatica. Sento che ti irrigidisci un attimo, smetti di piangere.
"Ho chiuso la porta a chiave."
"Hai lasciato la finestra aperta."
Sai benissimo che non riuscirai a sbattemi fuori. Ti abbandoni contro di me. Le mie mani scendono sui tuoi seni, i capezzoli sono subito duri sotto le mie dita. Con un sospiro allunghi una mano per spegnere la luce.
Ti trascino sul letto, nel buio.
Baby maybe someday
Don’t you cry
Don’t you ever cry
Don’t you cry tonight
Don’t you cry tonight
Don’t you cry
Don’t you ever cry
Don’t you cry tonight
Don’t you cry tonight
Epilogo
Partirono presto il mattino dopo, e Didi rimase a guardarli fino a quando sparirono dietro l'ultima curva, oltre gli alberi.
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