Quindi, sorry ma io la guida (e la scrivo minuscola apposta) la uso per farmi vento. Sei arrivata tardi, gioia. I Volturi? Hanno già detto tutto -e quel che manca lo diranno- Vannagio, OttoNoveTre, Dragana e Ulissae. Ultimamente, poi, ci si è messo anche Il Circolo di Aro... I Lupi? Leggiti quelli che ho pubblicato qui sotto, quelli di Abraxas e Chiaki89. David e Thomas sono nel Branco esattamente quanto Sam, Jacob, Colin, Brady e tutti gli altri. E se volete come se l'è cavata Leah dopo la fine della Saga, trovate sue notizie qui: ne ha parlato Kagome86.
Sia sempre benedetto il Fanwriter!
Ok, veniamo al punto: dovevo ancora una pubblicazione alla terza classificata al Contest "Quando divenni Lupo", che è la Vannagio già citata a proposito dei Volturi. E' versatile, la ragazza: fatevi un giro nel suo profilo e ve ne accorgerete. Se volete una lettura inedita di Edward-MarySue-Cullen, leggetevi questa e rotolate dal ridere assieme me...
La storia lupesca di Gio si è classificata terza per un soffio; come ho già avuto modo di dire, c'erano troppi concorrenti in pochissimi punti. Tutti troppo bravi. L'unica cosa che mi sento di rimproverare alla Gio è che si vede troppo chiaramente che aveva voglia di finire la storia in fretta, ahahah! Per il resto... leggete e giudicate voi. Magari lasciate anche due parole di commento.
Matthew e il lupo grigio
La foresta lo aveva sempre terrorizzato, reso inquieto, nervoso. Abitava a La Push - un agglomerato di case completamente circondato da una foresta nera come la pece - da quando era nato. Dopo sedici anni, sei mesi, tre settimane e cinque giorni, era ragionevole supporre che si fosse abituato, no? Eppure lui la temeva ancora, quella grossa macchia verde e onnipresente, che pareva incombere e premere sulla nuca. Una paura, la sua, che aveva radici profonde. Risaliva al periodo dell’infanzia, quando, per colpa di un gioco idiota e di un cugino ancora più idiota, si era perso nel bosco. Aveva ben poca memoria di quel fattaccio. Ricordava soltanto alberi, alti e numerosi, che lo circuivano e che si stringevano intorno a lui come a volerlo seppellire sotto le loro chiome. Da quel giorno Matthew non aveva osato più addentrarsi da solo nel bosco.
Adesso, pero, qualcosa era cambiato.
Era incazzato. E correva. Chissà da quando e chissà perché, ma correva. A perdifiato. Scalzo. Per la rabbia, infatti, era uscito da casa, urlando parole insensate sull’ingiustizia della vita. Aveva spalancato con violenza la porta d’ingresso e aveva cominciato a correre. Soltanto qualche minuto più tardi, quando un sassolino si era conficcato nella carne della pianta del piede, Matthew si era reso conto di non aver indossato le scarpe. Se n’era fregato e aveva continuato a correre. Incespicante e goffo per via del dolore, ma non si era fermato.
Sì. Qualcosa era cambiato.